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Arte

Teatro Sociale

Laura Garau

Attrice, Regista e Logoterapista

Mi chiamo Laura Garau e sono la docente referente del progetto Teatro Sociale della Fondazione Lorenzo Paolo Medas. Sono una logopedista specializzata in vocologia artistica, mi occupo quindi prevalentemente di linguaggio e quella che viene definita voce artistica è alla base dei miei studi e interessi. Ho infatti portato avanti parallelamente anche la mia carriera teatrale, diplomandomi alla Scuola del Teatro Arsenale di Milano e studiando presso la Civica Scuola Paolo Grassi prima e la Fondazione Paolo Grassi poi, regia teatrale e pedagogia teatrale. Credo fermamente nella valenza benefica e terapeutica dell’arte, tutto il mio percorso è indirizzato all’incontro tra la terapeuta e l’attrice e, per questo motivo, sto ampliando le mie competenze formandomi anche come counselor teatrale. Attualmente lavoro come logopedista privatamente, come formatrice teatrale presso una scuola di teatro e come regista presso la compagnia Teatro Tabasco/Compagnia Vaga.

Ma cos’è il progetto Teatro Sociale che la Fondazione porta orgogliosamente avanti?
È prima di tutto un laboratorio, una piccola fucina creativa dove sperimentare e creare divertendosi, in un ambiente protetto e accogliente. Ma è soprattutto un luogo di socialità e inclusione, dato dall’incontro di persone con caratteristiche e peculiarità differenti: età e genere diversi (la più giovane ha 14 anni, il più grande 52), occupazione (studenti, lavoratori, educatori e tirocinanti), relazione tra persone (genitori e figli, pedagogisti e loro utenti, amici e amiche), alcune con neurodiversità, altre neurotipo, unite dall’interesse e dalla voglia di mettersi in gioco. Ciascuno porta all’interno del gruppo la propria unicità e il proprio bagaglio di competenze e di esperienze, lavorando alla creazione di un progetto
comune e crescendo insieme.
È dimostrato infatti che l’arte, la musica, il teatro favoriscano la crescita e
l’acquisizione di competenze comunicative e sociali, andando a toccare proprio quelle aree di maggiore difficoltà tipiche delle persone con neurodiversità, incentivando l’apprendimento e la costruzione di nuove abilità.
A teatro tutti, grandi e piccoli, scoprono o si riappropriano di un principio
fondamentale del gioco: ciò che è finzione può diventare e diventa,
magicamente, autentico. E non è proprio grazie al gioco che, copiando e
replicando il mondo – vero o immaginifico che sia – i bambini imparano? Per questo, chiunque si ritrovi a fare “il gioco del teatro”, attraverso l’interpretazione e quindi l’immedesimazione, il racconto, l’esplorazione dello spazio e del movimento, i lavori di relazione e condivisione, è stimolato ad acquisire nuove abilità sociali, a gestire situazioni realistiche, a cercare strategie replicabili nel quotidiano, al di fuori delle pareti laboratoriali, migliorando così gli aspetti relazionali, l’autonomia e l’autostima.

LAURA GARAU

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Istruttori Sportivi

Inclusione nello sport: un’esperienza.

Barbara Ivaldi

Titolare delle palestre
SPORT CLUB 900 e
900 CLUB SMART – Sassari

Lavoro in palestra da 30 anni. Ho iniziato con lo Spinning e piano piano ho iniziato a studiare e a formarmi con la FIF, la FUNCTIONAL training School e diverse altre scuole per riuscire ad essere pronta su tutto ciò che riguarda il movimento. Sono un Trainer ADVANCED di H.E.A.T. Program, Funzionale, Fitness femminile, Auramat, Switching, mi sono specializzata in allenamento metabolico, ho frequentato per 2 anni la scuola di True power yoga e nell’ultimo anno ho iniziato a studiare Pilates con la Pilates Network. Ogni anno frequento corsi di aggiornamento e aggiungo sempre cose nuove per essere sempre pronta ad accogliere ogni tipo di atleta o aspirante tale, nella mia palestra.

La Palestra è il mio mondo da ormai 30 anni e ho trovato molto interessante e di grande utilità la formazione proposta dal corso perché fornisce indicazioni molto utili per valorizzare le potenzialità di ogni atleta, ma soprattutto aiuta gli operatori ad approcciare serenamente le mille diversità delle persone. La definizione d’inclusione sportiva sarebbe “fornire gli strumenti ad una persona disabile per rendere lo sforzo più simile a quello di un atleta normodotato”. Non sono mai stata d’accordo sulle definizioni così categoriche e circoscritte perché se dovessi definire cosa significa “normodotato” nel settore sportivo, e credetemi che di persone ne ho visto migliaia, dovrei aprire una parentesi talmente ampia da poter scrivere un libro. La vera inclusione è creare un ambiente confortevole e sereno per chiunque e trovare il modo appropriato per migliore la condizione fisica e di conseguenza anche quella mentale.

Nelle nostre palestre, quella storica ha compiuto quest’anno 30 anni, abbiamo sempre lavorato per creare in primis l’ambiente giusto e abbiamo sempre puntato sulla preparazione degli istruttori. Porre degli obiettivi raggiungibili è la prima sfida per noi e per il nostro atleta e accompagnarlo serenamente al traguardo è la nostra più grande gioia. L’ambiente amichevole e allegro contribuisce a rendere l’appuntamento con lo sport un momento irrinunciabile. La palestra più piccola, la “SMART”, è l’ideale per iniziare a praticare le attività, non solo per l’ambiente più raccolto ma anche per la dotazione di macchinari molto intuitivi e divertenti. I nostri atleti principianti spesso vengono indirizzati là proprio da noi per iniziare gradatamente un percorso sportivo che poi permetta loro di passare al centro più grande, dove possono relazionarsi in maniera diversa e provare cose nuove, sempre con l’assistenza attenta dei nostri trainer.

Si sono fatti grandi passi avanti nel mondo dello sport, grazie a coloro che finalmente hanno compreso l’importanza del movimento per la salute psicofisica. Lo sport genera benessere, è un’ottima occasione per fare nuove amicizie ed insegna a condividere una passione.

BARBARA IVALDI