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Propedeutica musicale, flauto e ottavino

Piegiulio Carta

Docente di Propedeutica Musicale, Flauto e Ottavino

Ho iniziato gli studi sul Flauto traverso, al Conservatorio di Musica di Sassari, con la docente A. Dessolis, con cui mi sono laureato nel 2020. Durante gli anni di studio ho suonato come primo flauto ed ottavino nell’orchestra del conservatorio di Sassari e in diverse altre associazioni musicali. Ho frequentato diverse Masterclass e corsi di perfezionamento con il Maestro A. Amenduni e N. Mazzanti (Roma, Firenze). Attualmente insegno Flauto traverso alle scuole secondarie di primo grado nell’istituto G. Deledda di Usini, precedentemente ho insegnato Flauto in altre scuole secondarie ad indirizzo musicale, Scuole Civiche e Associazioni musicali.
Da alcuni anni insegno Propedeutica musicale presso la Fondazione FLPM, dove ho seguito alcuni ragazzi con diverse abilità intellettive, facendoli appassionare alla musica.

La mia prima esperienza in fondazione è stata subito molto forte, dovendo seguire un’alunna con disturbi dello spettro autistico a bassa funzionalità. Non avendo mai insegnato a ragazzi con diverse abilità cognitive, sono rimasto un po’ disorientato su come affrontare la lezione di propedeutica. Da subito Irene mi ha incoraggiato e supportato per compiere questa nuova esperienza lavorativa con i ragazzi. Insieme abbiamo lavorato su le basi della musica, iniziando con imparare le note musicali tramite disegni e cartelloni colorati eseguiti dall’alunna stessa. All’inizio era molto timida e impaurita per una nuova presenza a lei sconosciuta, dopo alcune lezioni abbiamo instaurato un rapporto di fiducia reciproca un cui lei stessa, durante la lezione, mi raccontava la sua giornata e le sue passioni.

Contemporaneamente mi è stato affidato un altro ragazzo, anche lui con diverse abilità cognitive ma ad alto funzionamento. Con lui abbiamo fatto lezioni di propedeutica musicale, ma ad un livello più elevato, in cui le lezioni sono state programmate per imparare la notazione musicale e il solfeggio. Man mano che le lezioni diventavano più difficili da seguire e mantenere la concentrazione, abbiamo cercato di alternare momenti di studio con momenti di riposo. In questi momenti di riposo principalmente si giocava per far liberare la mente per poi poter riprendere la lezione. Un momento particolare di quest’ultima esperienza, che ha segnato un passaggio fondamentale della nostra lezione, è stata proprio l’esigenza di dover fermare la lezione per un crollo di attenzione. Per far riprendere l’alunno ho deciso di fare proprio quello di cui l’alunno aveva necessità, ovvero giocare, mettendo in palio, a seconda di chi avesse vinto, una quantità di esercizi da fare.

Grazie alla Fondazione, queste esperienze mi hanno sicuramente insegnato tanto, e ho cercato strategie diverse e semplice, per far appassionare i ragazzi alla musica. Il mio scopo non è stato quello di essere visto come un insegnante “severo”, ma ho cercato soprattutto di instaurare un rapporto di rispetto reciproco e amichevole. Ho visto in tutti gli allievi grande entusiasmo nelle lezioni e voglia di imparare. Il progetto di inclusione della Fondazione mi ha colpito, perché da un’opportunità a tutti i ragazzi, con le loro diverse abilità cognitive, di poter inseguire le proprie passioni.

PIERGIULIO CARTA