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Arte

Pianoforte

Caterina Careddu

Docente di Pianoforte

Ho iniziato lo studio del Pianoforte presso la Scuola Civica di Olbia all’età di otto anni, sotto la guida del Prof. Roberto Piana. In seguito mi sono iscritta al corso musicale della Scuola Media “Ettore Pais” di Olbia e infine nel 2010 sono entrata al Conservatorio di Sassari, dove nel luglio del 2019 ho conseguito il Diploma Accademico di Primo Livello in Pianoforte sotto la guida della Prof.ssa Anna Revel.

Ho partecipato a diversi concorsi musicali e a diverse Masterclass tenute da docenti quali Enrico Stellini, Bruno Canino, Anotnio Ballista, Carlo Grante e Pasquale Iannone e mi sono esibita in diverse occasioni.

Dal 2020 sono iscritta al Corso Accademico di Secondo Livello di Pianoforte sotto la guida dei Prof. Francesco Mirabella e il Prof. Stefano Mancuso.

 Nel 2021 ho iniziato la mia esperienza lavorativa come docente di Pianoforte presso la Fondazione FLPM dove sono entrata a contatto con un mondo totalmente nuovo, lavorando con ragazzi con diverse abilità intellettive.

Il primo allievo con il quale ho avuto l’opportunità di lavorare aveva dieci anni e presentava il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività ( Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, ADHD) caratterizzato da una durata scarsa o breve dell’attenzione e spesso vivacità e impulsività eccessive che interferiscono con le funzionalità o lo sviluppo. La prima volta che ci siamo incontrati, avevo molta paura di non riuscire ad affrontare la situazione, ma sono riuscita a entrare subito in sintonia con lui cercando di concentrarmi non solo sul suonare il pianoforte, ma anche sul creare un clima giocoso e di condivisione reciproca. Le successive lezioni si sono basate sempre sull’attuazione delle stesse strategie, ma durante alcune lezioni ha manifestato molta difficoltà nel tenere la concentrazione anche per soli cinque minuti, non ascoltava nulla di quanto gli veniva detto, era eccessivamente vivace e si distraeva molto facilmente. Ammetto che molto spesso mi sono trovata in difficoltà, in quanto, soprattutto all’inizio, non sapevo come gestire questi momenti, ma successivamente grazie all’aiuto di Irene Pinna della FLPM, sono riuscita a capire come comportarmi in queste situazioni. Ho sempre cercato di creare un clima disteso, alternando all’interno della stessa lezione di pianoforte momenti in cui l’allievo suonava da solo i brani solisti e momenti in cui si suonava a quattro mani, con me o su due pianoforti, e momenti di pausa in cui si dialogava o si camminava nella stanza.

Mi è capitato di lavorare anche con un altro allievo ADHD ma, forse grazie all’esperienza avuta con l’altro alunno e non solo, sono riuscita a entrare molto di più in sintonia e il clima delle lezioni, nonostante momenti di cali di attenzione e di facili distrazioni, era molto piacevole e collaborativo.

Un’ultima esperienza molto significativa è stata la conoscenza e collaborazione con un ragazzo di tredici anni con autismo ad alto funzionamento. La prima volta che l’ho conosciuto non ero stata ben informata sul tipo di disturbo e ho avvertito un attimo di panico. Il ragazzo aveva difficoltà nel linguaggio verbale, per cui interagire era un po’ complicato, in quanto non sempre capivo ciò che lui volesse dirmi. Ci siamo messi subito a suonare e gli ho chiesto di improvvisare creando una melodia che gli piacesse e ho notato subito una difficoltà nella coordinazione dei movimenti, ma una grandissima capacità di memorizzazione anche di melodie semplicissime. Durante le lezioni ho cercato di sfruttare queste sue capacità, riuscendo a instaurare anche con lui un rapporto di fiducia e di amicizia. Sono stata supportata e guidata da Irene che mi ha aiutato pian piano a farmi capire alcuni meccanismi importanti: per esempio, ho imparato a non essere né troppo rigida e severa né troppo consenziente, alternando così momenti in cui eseguiva ciò che io gli proponevo con momenti in cui poteva fare ciò che più gli piaceva.

Sono state esperienze molto significative quelle vissute presso la Fondazione Lorenzo Paolo Medas, perché mi hanno aiutato a valutare in modo diverso la lezione di pianoforte portandomi ad adattarla in base alle varie esigenze degli allievi e trovando strategie diverse per poter rendere la musica fruibile per tutti.

É stato, dunque, molto arricchente sia dal punto di vista strettamente professionale sia dal punto di vista emotivo, in quanto ho ricevuto moltissime manifestazioni di affetto da parte dei ragazzi.

Penso che il progetto di inclusione proposto dalla Fondazione sia molto importante e coinvolgente, poiché si basa sul dare una possibilità a tutti senza far sentire nessuno inadatto o diverso, perché tutti possano avere la possibilità di imparare.

CATERINA CAREDDU